Il viaggio è sempre una metamorfosi che evita la banalità del quotidiano: viaggiare è uscire fuori da sé stessi per ritrovarsi in maniera diversa.
In tutte le epoche della vita umana, ci siamo sempre interrogati sul senso e significato del viaggiare: il viaggio è un’esperienza plurima, piena di emozioni. Un’esperienza personale ma nello stesso tempo non individuale, che coinvolge tutti, ed in modi diversi.

In MIRO ho voluto raccontare il viaggio dei pendolari il viaggio di ogni giorno, il viaggio ripetitivo ed altalenante.

I viaggiatori pendolari sono quotidianamente immersi nella flessibilità e nell’incertezza, attraversano spazi che all’apparenza non assumono nessun significato, se non quello di stazione e di treno, attraversano lo spazio osservando cose che con il tempo e la routine perdono il loro fascino, diventando ovvie e scontate. Si perde cos’ la capacità di stupirsi ed emozionarsi restando deluso dalla apparente mancanza di luoghi sconosciuti.

MIRO vuole invece raccontare la diversità nella monotonia del paesaggio, visto attraverso il finestrino di un treno nella routine del pendolarismo. In 10 anni ho scattato queste immagini dallo stesso finestrino, sulla stretta tratta, sempre. 

Ogni viaggio, ogni istante, ogni luce, orario, nuvola regala un momento, un’emozione diversa.